Sono state pubblicate quest'anno le “Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici”, documento che illustra le caratteristiche e requisiti degli impianti agrivoltaici, ossia in grado di conciliare produzione energetica da fotovoltaico all’agricoltura.
COS’È L’AGROVOLTAICO?
Da un punto di vista scientifico, il fotovoltaico agricolo rappresenta una sinergia tra i sistemi fotovoltaici e l'agricoltura, è una tecnologia rinnovabile e sostenibile per l'energia che consente alla produzione di energia e alla produzione agricola di coesistere per formare un sistema di produzione di energia sostenibile, per realizzare molteplici usi in un unico luogo. Inoltre, allevia il fabbisogno di energia elettrica delle famiglie e delle imprese a fronte dell'aumento dei prezzi dell'elettricità e del gas, consentendo agli agricoltori e ai piantatore di generare energia pulita mentre coltivano la terra.
"Fotovoltaico + agricoltura" è una forma emergente di agricoltura che non solo risolve il problema della fornitura di energia elettrica necessaria per alimentare i macchinari per l'acqua e l'irrigazione, evitando la competizione tra l'industria fotovoltaica e l'agricoltura per i terreni, ma permette anche di vendere l'elettricità extra alla rete nazionale. L'impianto fotovoltaico agricolo utilizza una soluzione integrata innovativa che innalza i moduli fotovoltaici senza compromettere la continuità delle attività agricole e zootecniche e applica la tecnologia digitale e sofisticati strumenti agricoli. È prevista l'implementazione simultanea di sistemi di monitoraggio per verificare l'impatto dell'impianto fotovoltaico sulle colture, tenendo conto del risparmio idrico, della produttività, della continuità delle attività agricole connesse, del ripristino della fertilità del suolo e della resilienza ai cambiamenti climatici.
Che tipo di terreno è adatto per l'agrivoltaico?
“Un confronto urgente, approfondito quanto celere, con il Ministero delle politiche agricole sui criteri di base per la gestione degli impianti fotovoltaici a terra sui terreni agricoli, garantendo che la loro localizzazione salvaguardi vocazioni agricole e la sicurezza alimentare”.
Il Decreto legislativo n. 199 dell’8 novembre 2021 (in attuazione della direttiva Ue 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili) all’art.20 disciplina l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili. ultimo criterio di eleggibilità di un terreno ai fini dell’installazione di un impianto fotovoltaico a terra è che non sia inserito all’interno di aree vincolate individuate dai PPR.I piani paesaggistici regionali (PPR) sono uno strumento urbanistico previsto dalla legislazione nazionale. La loro redazione è di competenza regionale e ha la funzione di definire le aree di pregio paesaggistico.
SAU (Superficie Agricola Utilizzata): superficie agricola utilizzata per realizzare le coltivazioni di tipo agricolo, che include seminativi, prati permanenti e pascoli, colture permanenti e altri terreni agricoli utilizzati. Essa esclude quindi le coltivazioni per arboricoltura da legno (pioppeti, noceti, specie forestali, ecc.) e le superfici a bosco naturale (latifoglie, conifere, macchia mediterranea). Dal computo della SAU sono escluse le superfici delle colture intercalari e quelle delle colture in atto (non ancora realizzate). La SAU comprende invece la superficie delle piantagioni agricole in fase di impianto.
- Il più comune è naturalmente il seminativo agricolo, ma anche i pascoli con una piccola quantità di sottobosco sono adatti all'installazione.
- I frutteti, i vigneti, i mandorleti e gli oliveti devono invece essere misurati in altezza e densità e richiedono una perizia agraria per il trapianto.
- Altre aree montuose e collinari sono meno adatte, soprattutto in presenza di pendenze elevate
Quali colture sono adatte al fotovoltaico agricolo?
Il documento specifica subito che quello agrivoltaico “è un sistema complesso, essendo allo stesso tempo un sistema energetico ed agronomico”. In generale, spiegano gli autori,
“la prestazione legata al fotovoltaico e quella legata alle attività agricole risultano in opposizione, poiché le soluzioni ottimizzate per la massima captazione solare da parte del fotovoltaico possono generare condizioni meno favorevoli per l’agricoltura e viceversa. È dunque importante fissare dei parametri e definire requisiti volti a conseguire prestazioni ottimizzate sul sistema complessivo, considerando sia la dimensione energetica sia quella agronomica.”
Con riguardo alla compresenza dell’attività agricola con gli impianti fotovoltaici, le colture adatte e non adatte al fotovoltaico sono descritte anche nelle "Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici", una valutazione preliminare basata su alcuni studi sul comportamento di diverse colture in condizioni di ridotta radiazione luminosa. La classificazione è la seguente:
- “colture non adatte”sono quelle che richiedono molta luce e anche i pannelli fotovoltaici a bassa densità di copertura possono causare riduzioni significative della resa di queste colture come ad es. frumento, farro, mais, alberi da frutto, girasole, ecc..;
- “Colture poco adatte” ad es. cavolfiore, barbabietola da zucchero, barbabietola rossa;
- “Colture adatte”, per le quali un'ombreggiatura moderata non ha quasi alcun effetto sulle rese (segale, orzo, avena, cavolo verde, colza, piselli, asparago, carota, ravanello, porro, sedano, finocchio, tabacco); “Colture mediamente adatte” ad es. cipolle, fagioli, cetrioli, zucchine;
- “Colture molto adatte”, ovvero colture per le quali l'ombreggiatura ha effetti positivi sulle rese quantitative come ad es. patata, luppolo, spinaci, insalata, fave.
Questi aspetti devono essere presi in considerazione quando si pianifica la costruzione di un impianto fotovoltaico agricolo in un'azienda agricola. Come accennato in precedenza, l'ottimizzazione simultanea dei settori agricolo ed energetico è infatti alla base del successo del progetto.
I benefici del fotovoltaico agricolo
Il fotovoltaico agricolo è una soluzione efficace, con un portafoglio esistente che vanta già casi di successo e un ampio spazio di sviluppo. Ottimizza la produzione di energia, ottimizzando al contempo i rendimenti agricoli e aggiungendo un reddito extra quando viene collegato alla rete nazionale.
- Riduzione del tasso di evaporazione dell'acqua di irrigazione e quindi del consumo idrico: i moduli fotovoltaici creano un ambiente più fresco in estate e più caldo in inverno. In questo modo, le piante subiscono meno stress da calore e richiedono meno acqua. Soprattutto per le specie che non amano la luce diretta del sole, l'ombreggiatura dei moduli protegge le piante dal rischio di surriscaldamento e di essiccazione, favorendone la crescita.
- Migliori prestazioni dei moduli fotovoltaici: quando la temperatura supera i 24℃, le prestazioni dei pannelli fotovoltaici diminuiscono. Grazie all'evaporazione dell'acqua prodotta dalle piante, i moduli si raffreddano e sono sottoposti a uno stress minore a lungo termine, con prestazioni migliori.
Nel 2016 il Fraunhofer ISE Institute ha avviato un progetto pilota nella comunità agricola di Demeter, in un terreno situato vicino al Lago di Costanza. Il progetto prevedeva l’installazione di pannelli solari, con una potenza di 194 kW, sotto i quali coltivare 4 tipi di prodotti: patate, frumento, trifoglio e sedano. Nel 2017 si è evidenziata un’efficienza del suolo del 160% e prestazioni ancora superiori l’anno successivo, complice un’estate calda. Si registrato, in particolare, un aumento del raccolto del sedano, +12%, delle patate, +3%, del grano, +3%. La combinazione agricoltura e fotovoltaico dimostra come questa sia una sinergia efficace che aumenta l’efficienza del suolo
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